Così mi piace,
le luci basse e il fiato corto
la musica che ricorda cose più alte
tu ricoperta di segni, mia carta bianca
tu così piena di spiriti da mettere al mondo.
Su di te falcio il raccolto
perché amarti è lavoro di campo
tu, terra lattea, la sola
a cui offrirei il dolore della schiena
la febbre e la costanza
con cui si desidera farsi altro da sé.
Una forma interrotta dà il passo
risale queste virgole di mulattiera
si accampa sulle labbra che quasi albeggia
quando muovi la mia mano,
scendono le stelle – e scrivi – mi dici
che ogni pagina è come un congedo.
Da qui
dalle nostre parole urgenti
riparto
sarò presto in quella casa
che vedo
quando dal letto spengo la luce.